Marketing guidato dall’intelligenza artificiale nella filiera della moda: Una conversazione con Gianluigi Bonanomi
Continuano le interviste di Aracne, oggi con Gianluigi Bonanomi. Non credo servano presentazioni che in ogni caso lasciamo alla fine dell’articolo.
Hai scritto molto su ChatGPT e il prompt engineering. Puoi condividere un caso specifico in cui hai utilizzato l’AI generativa per risolvere un problema o migliorare un processo aziendale?
Certo, un caso recente riguarda un webinar che stavo per tenere. A pochi minuti dall’inizio, un committente mi ha chiesto di mandargli un test di apprendimento da somministrare ai partecipanti subito dopo il corso. Con solo cinque minuti a disposizione, ho caricato su ChatGPT Plus 300 slide e ho chiesto, con un prompt ben formulato, di creare un test con dieci domande a scelta multipla. In pochissimo tempo, ho ottenuto un test pronto per l’uso, dimostrando come l’AI possa migliorare l’efficienza e la rapidità nella preparazione del materiale formativo.
In che modo hai integrato l’intelligenza artificiale nei tuoi corsi di formazione? Quali benefici hai riscontrato per gli studenti e le aziende che formi?
L’intelligenza artificiale sta davvero trasformando il modo in cui formiamo e apprendiamo. Nei miei corsi, ho integrato l’AI in diversi modi: dalla progettazione dei contenuti alla loro realizzazione ed erogazione, fino al post-evento. Ad esempio, utilizzo ChatGPT per creare slide, test e materiali aggiuntivi. Questo non solo mi aiuta a risparmiare tempo, ma migliora anche la qualità dell’apprendimento per gli studenti, offrendo contenuti più personalizzati e interattivi. Le aziende con cui collaboro hanno riscontrato un notevole miglioramento nell’engagement dei dipendenti e nell’efficacia dei programmi formativi.
Secondo te, come può l’AI influenzare il settore della moda, specialmente nella creazione e nel marketing dei contenuti visivi? Hai esempi di come l’AI possa essere utilizzata in modo innovativo nel fashion?
L’AI ha il potenziale per rivoluzionare l’intera filiera della moda, dalla progettazione alla produzione, fino alla logistica. Nel mio campo, la comunicazione e il marketing, l’AI può generare automaticamente contenuti visivi per le campagne di marketing, personalizzando immagini e video per diversi segmenti di pubblico. Un esempio notevole è Stitch Fix, che utilizza l’AI per personalizzare le raccomandazioni di abbigliamento per i clienti, ottimizzando le strategie di marketing in base all’engagement dei consumatori. Questo non solo migliora l’efficacia delle campagne, ma permette anche una maggiore inclusività e personalizzazione nell’esperienza di acquisto.
Quali innovazioni o trend emergenti prevedi nel campo dell’AI che avranno un impatto significativo sulla moda e sulla comunicazione digitale nei prossimi anni?
Ci sono diversi trend emergenti che avranno un grande impatto. Materiali pubblicitari altamente personalizzati e dinamici a costi ridotti, l’uso del machine learning per prevedere tendenze e comportamenti dei consumatori con grande precisione, e l’automatizzazione di parte del processo di design sono solo alcuni esempi. Inoltre, l’AI sta diventando sempre più importante nella customer care real-time e per rendere il mondo della moda più sostenibile. Tutte queste innovazioni promettono di trasformare profondamente sia la moda che la comunicazione digitale.
L’uso crescente dell’AI solleva varie questioni etiche, specialmente riguardo alla privacy dei dati e all’autenticità dei contenuti. Quali sono le tue principali preoccupazioni etiche quando utilizzi questi strumenti? Come suggeriresti di affrontarle?
Le preoccupazioni etiche nell’uso dell’AI sono molteplici e riguardano la privacy, i contenuti fake, i bias, la perdita di posti di lavoro e gli algoritmi opachi. Per affrontare queste sfide, è fondamentale adottare un approccio di “ethics by design”, implementare regolamentazioni adeguate e, soprattutto, investire nella formazione. Solo attraverso una formazione continua e consapevole possiamo garantire un uso equo e responsabile dell’AI, mitigando i rischi associati e promuovendo un’adozione etica e sostenibile di queste tecnologie.
Per quei pochi che non ti conoscono puoi raccontarci brevemente di te.
Mi chiamo Gianluigi Bonanomi e sono un formatore nel campo della comunicazione digitale. Ho sempre avuto una passione per i libri e la divulgazione. Dopo la laurea, nel 2001, con una tesi sulle relazioni online, ho lavorato per oltre dieci anni nel settore dell’editoria informatica, principalmente come giornalista per Computer Idea. Durante quel periodo, ho scritto più di venti saggi e manuali sul digitale per editori come Mondadori, Hoepli, Franco Angeli e Editrice Bibliografica, e attualmente dirigo la collana “Fai da tech” di Ledizioni. Alcune delle mie ultime pubblicazioni:
- “ChatGPT come stai?”, Ledizioni, 2024
- “Uomini che amano i chatbot”, Ledizioni, 2023
- “Rivoluzione LinkedIn”, Ledizioni, 2023
Oggi, mi occupo di formazione ed eventi sui temi del digitale e dell’intelligenza artificiale generativa. Ho collaborazioni con diverse istituzioni rinomate come la Business School del Sole24Ore, la Fastweb Digitale Academy, Edulia di Treccani e varie academy aziendali, tra cui Fineco ed Epson. Nel 2021 ho fondato Link&Lead, una startup innovativa che incentiva la comunicazione LinkedIn dei dipendenti aziendali tramite la gamification e l’AI. Poi, nel 2023, ho lanciato SEOJob Srl, una startup che ottimizza CV e profili LinkedIn con le giuste parole chiave grazie all’AI. Sono anche consigliere scientifico e consulente digitale per l’Istituto Affari Internazionali e titolare della cattedra di Net Marketing presso l’Accademia SantaGiulia di Brescia.